Se una volta effettuato l’accesso al tuo account analytics e aver analizzato le sorgenti di traffico hai letto nomi come site1.floating-share-buttons.com o www.get-free-traffic-now.com, sei vittima di referrer spam, e se non interverrai in fretta tutte le statistiche del tuo sito potrebbero essere compromesse e non attendibili.
Chiamato anche referrer bombing o log spam, è un software molto simile ai più noti spider (come Googlebot): scansiona il web visitando un numero elevatissimo di siti internet, che a sua volta verrà indicizzato dai motori di ricerca. Il suo scopo è gonfiare artificialmente il traffico di determinati siti web
In pratica, senza usare troppi termini tecnici, oltre a favorire siti che applicano strategie “disoneste” nel risalire posizioni nei motori di ricerca, queste “furbe” tecniche influiranno anche sulle tue statistiche, nello specifico renderanno i dati del bounce rate (la frequenza di rimbalzo dei visitatori) e la durata delle sessioni, dati da buttar via, in quanto irreparabilmente compromessi. Perchè? Cosa accade? Accade che queste “visite” che riceverai sul tuo sito, avranno sempre permanenza pari a 0 secondi (qui le statistiche sulla durata delle sessioni sono state appena compromesse), in più si limiteranno al traffico di 1 sola pagina per volta (idem per il bounce rate, compromesso anche quest’ultimo).
Questi referral spam vanno bloccati, per evitare di ricevere traffico “artificiale” e ovviamente anche esclusi dai risultati di Analytics.
Esistono più soluzioni al problema, entrambe valide: una è quella di agire sul file .htaccess. (Nell’esempio agiremo sul referrer spam site1.floating-share-buttons.com)
Modificando il file .htaccess presente nella root del tuo sito, aggiungerai il seguente codice e salverai il file (per aggiungere altri siti, basterà copiare le ultime due righe e cambiare l’indirizzo in “RewriteCond“):
SITE REFERRER BANNING
RewriteCond %{HTTP_REFERER} site1.floating-share-buttons.com [NC,OR]
RewriteRule .* – [F]
Nel caso utilizzassi WordPress, esiste un plugin semplice e pratico che può venirci in soccorso: SpamReferrerBlock.
Una volta installato il plugin potremo accedere alle impostazioni (che in realtà sono poche, non occorre settare nulla) dal back-end di WordPress->impostazioni->Spam Referrer Block.
Tra le prime opzioni da poter settare, vi ritroverete voci da spuntare a seconda delle vostre preferenze, come ad esempio se inviare o no la propria black list personale all’autore del plugin, in modo tale da migliorarlo, o dove indirizzare e cosa mostrare ai referrer spam.
Di seguito invece è mostrata (in piccola parte) la lista di referrer spam ai quali il plugin si impegna a dare battaglia.
Arrivato a questo punto, se avete attive le statistiche di Google Analytics, è opportuno seguire anche la seguente procedura:
La guida si conclude qui.
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