La vendita online sta pian piano diventando sempre più presente sul territorio Nazionale e molti imprenditori valutano attentamente lo “sbarco” sulla rete.
Conviene sempre essere presenti online? Come approcciarsi al web? Perché farlo?
Se a queste domande non trovi una risposta soddisfacente, che ti schiarisca un po’ le idee, sei nel posto giusto.
Ecco tutte le risposte che cercavi!
Di solito la risposta più gettonata è “sempre, l’opportunità di business che offre l’online è troppo ghiotta”.
In parte è vero, anzi, diciamo che è vero in parte .
Approdare con la propria azienda in un contesto così vivo come lo è il web, può portare a generare grandi introiti, a far crescere il business.
Tuttavia, in alcuni casi la decisione più saggia è quella di non vendere online (ma forse bisognerebbe non vendere e basta, neanche offline!).
Sì, c’è anche questa eventualità, figlia di politiche aziendali o convinzioni personali sbagliate.
Eccone 3 fondamentali
Vendere online significa investire, tanto quanto lo si farebbe offline!
Perché mai dovrebbe “costare” meno?
Non ho bisogno del marketing
Altro pensiero (inconscio) da rivedere.
Molti imprenditori, quando iniziano il loro cammino nel mondo del business, sia questo on e offline, dimenticano completamente di definire un budget dedicato al marketing, alla promozione!
E’ un fattore importantissimo nell’offline, e ancor di più online, dove la concorrenza è davvero tanta.
2 notizie, una buona e una cattiva:
Investire sui Social Media e sui motori di ricerca è un passo inevitabile per una nuova realtà di business:
qualsiasi nuovo brand non può esimersi nell’utilizzare strumenti come Facebook Ads e Google Ads (e se non si è in grado di padroneggiarli, bisogna affidarsi a chi ne ha le competenze). Se non hai una giusta strategia questi ed altre piattaforme rimangono sempre e solo strumenti.
Ci sono diversi modi per poter vendere online.
Partiamo con la creazione del proprio sito di vendita, senza avvalerci di servizi di terze parti.
Cosa ne consegue:
La scelta si dimostra essere azzeccata, ma non dobbiamo precludere un’apertura anche a servizi di terze parti, come i marketplace (ad esempio Amazon) o i comparatori di prezzo (ad esempio Trovaprezzi o Kelkoo).
Usufruire di tali servizi può rivelarsi davvero molto utile.
Certo, ci sono pro e contro, ma, almeno agli inizi, quando il traffico sul nostro sito non è consistente ed il nostro brand è praticamente sconosciuto, questi servizi possono davvero fare la differenza.
Avremo fin da subito una grande visibilità, che si trasformerà in traffico sul nostro sito e brand reputation.
C’è qualche contro, ma era inevitabile, Amazon, Trovaprezzi, Kelkoo e compagnia bella sono delle aziende, e come tali in qualche modo devono pur guadagnare!
Per questo motivo troviamo il primo ostacolo:
commissioni sulle vendite o tassazione dei click (PPC Pay Per Click, usato comunemente sui comparatori di prezzo, i marketplace come Amazon prendono una commissione sulla vendita).
Qual è la soluzione migliore?
A mio avviso certamente quella di partire appoggiandosi anche a questi servizi, vuoi per creare un minimo di branding, vuoi per fare un po’ di cassa, che, agli inizi di ogni nuova attività, è sempre una vera e propria “manna dal cielo”.
Tolto quel 5% di cui parlavamo nel primo paragrafo, vendere online è, ormai, davvero necessario.
Gli acquisti online sono sempre più in crescita e la moneta viaggia sempre più sul digitale (sfido a trovare più persone che hanno in casa somme consistenti di denaro).
La fase di “scetticismo” si è conclusa:
ora online si acquista di tutto, dai prodotti per la casa e generi alimentari, a prodotti di elettronica di consumo, informatica; non dimentichiamoci anche il settore automobilistico, o quello riguardante i viaggi (le nostre amate vacanze).
Vendere online è necessario, perché le opportunità sono davvero tante ed il bacino di utenza è davvero vasto (vastissimo se pensiamo di vendere anche all’estero).
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