C’è un detto in Italia, che spesso viene usato in maniera impropria per quanto riguarda il traffico su un sito di vendita.
Il detto è “tutto fa brodo“.
Questo modo di dire va benissimo quando ci riferiamo ai link in entrata (follow e no follow, a patto che non siano penalizzanti), alle pagine visualizzate da un utente, al numero di referall che danno accesso al nostro sito, ma, non è corretto usarlo quando si parla di traffico su un sito di vendita.
Attenzione, per sito di vendita non è inteso solo l’e-commerce, bensì qualsiasi sito abbia come scopo la vendita, anche attraverso una sola landing page.
Le differenze fra traffico e traffico targetizzato sono notevoli.
Vediamo di analizzarne alcuni aspetti.
Immagina di avere un blog, magari di tecnologia, e il tuo intento è vendere il tuo e-book “Come assemblare un pc”.
Ora immagina di ricevere 100.000 visite mensili.
“bene!” è quello che ci viene da esclamare a primo impatto, il che è comprensibile.
Ora però immagina di analizzare a fondo il comportamento degli utenti sul blog e scoprire che il 90% delle visite (90.000 utenti), entrano nel tuo sito dall’articolo scritto anni fa con leggerezza e disinteresse: “dove guardare le partite di calcio online”.
Il 90% del tuo traffico visita il tuo sito per cercare un sito (pirata, tra l’altro) che trasmette in streaming le partite di calcio!
Non contento, vai più a fondo e analizzi le pagine per sessione generate da ogni utente: scopri che la media è di 1,05 e la frequenza di rimbalzo è prossima al 96%.
Scommetto che il “bene!” esclamato poche righe qui sopra si sia lentamente trasformato in un amaro “male!”, vero?
Cosa te ne fai di 90.000 persone a cui non interessa minimamente ciò che tratti nel tuo sito?
Cosa te ne fai di 90.000 persone che non vanno oltre la pagina dedicata ai siti di streaming?
Te lo dico io: assolutamente nulla.
Addirittura, calcolando le visite generate, tra la spese dell’hosting, quelle del dominio e l’una tantum per la creazione del sito, chiuderesti il bilancio in rosso.
Ok, avere tante visite può essere addirittura penalizzante, quindi, cosa bisogna fare?
La strategia da adottare è una sola: targetizzare la propria fascia di utenti.
Riprendendo l’esempio del blog sopra citato, l’errore sta nel trattare un argomento che non avrà ripercussioni positive nell’acquisire “contatti”, questo semplicemente perché chi passa (veloce) sul nostro sito, non è minimamente interessato a quello che il nostro spazio web ha da comunicargli.
A me personalmente questo fenomeno ricorda molto le aperture dei negozi.
Quelle aperture con i palloncini colorati, la vetrina imbandita, i volantini.
Quelle con il buffet.
Ti è mai capitato di entrare in quei negozi, andare dal proprietario e dirgli “wow, tutto molto bello!”, solo per mangiare una pizzetta rossa e poi andare via?
Io l’ho fatto (e anche tu).
Questo è quello che farà il traffico non targetizzato:
andrà sul tuo blog, cliccherà sul link per vedere le partite e poi “click” sulla X in alto a destra (via con la pizzetta, quella con l’oliva che piace tanto anche a te).
Le soluzioni ci sono, bisogna solo applicarle.
Ovvio che per un sito o un blog che fatica ad avere visibilità sui motori di ricerca il discorso è perlopiù legato ad una strategia di acquisizione utenti tramite strumenti a pagamento, come Facebook Ads o Google Ads.
Il discorso per queste campagne (advertising) è molto complesso e affidarsi a professionisti del settore fa risparmiare tempo e denaro! (Puoi lanciarci un SOS, siamo pronti ad accoglierlo).
Se vuoi saperne di più su come ottimizzare le conversioni, scarica gratuitamente l’e-book che trovi qui sulla destra.
Automated page speed optimizations for fast site performance